Erin Bixler: Dall’inseguire gli altri a farsi inseguire
Fino ad alcuni anni fa, Erin Bixler doveva darsi da fare per non farsi staccare. Oggi, invece, succede il contrario.
Gettarsi nel profondo. Forgiarsi nel fuoco. Imparare sul campo. Partire in quarta.
Chiamalo come vuoi. È quello che ha dovuto fare Erin Bixler se voleva tenere il passo. Era, ed è tuttora, determinata a farlo, di qualunque cosa si tratti. Quindi, quando si trattava di uscire in bici con suo padre, suo fratello maggiore e i loro amici sui sentieri, lei l’ha messo in pratica.
E si potrebbe dire che ha raggiunto il suo obiettivo, vincendo il campionato nazionale di enduro U19 poche settimane fa. Quei giri infiniti come ultima ruota del carro hanno dato i suoi frutti. Ma non è stato così facile.
Ci racconta la storia di Erin che guarda suo fratello maggiore, Aiden, quasi due anni più grande di lei, mentre impara a tuffarsi in una piscina. Stava studiando la sua tecnica, e ad Erin piacque il modo in cui si inarcava nell'acqua con un piccolo schizzo. Determinata a provarlo di persona, Erin saltò sul trampolino, si alzò... e cadde a pancia in giù, pesantemente, nell'acqua. Suo padre si rese conto che una botta del genere faceva male. Erin però risalì subito in superficie, uscì, e continuò a provare, finché non capì il metodo giusto.
Il suo approccio alla mountain bike non è stato proprio così, ma il risultato è stato simile. “La odiavo. Non volevo averci niente a che fare", dice Erin dei suoi primi giorni sui sentieri, dopo che suo padre l'ha introdotta allo sport. "Non si preoccupava molto del mio rifiuto iniziale, e mi ha comunque fatto fare numerose uscite in compagnia." Ovviamente, dato l'amore che la sua famiglia e i suoi amici avevano per la mountain bike, quelle "uscite in compagnia" erano su sentieri veloci e scorrevoli. Il sentiero poteva a volte essere sconnesso. Ci sono state cadute. Ci sono state guarigioni. E tutto ha contribuito alla crescita. L'odio ha pian piano ceduto all'accettazione, e poi anche all'amore, quando Erin ha avuto un assaggio dei famosi sentieri di Downieville nel nord della California. La relazione di amore-odio è comunque andata avanti per un pò in quei primi anni. La “scimmia” della mountain bike era nell’aria, ma non aveva ancora colpito a fondo.
Nel frattempo, Aiden ha iniziato a gareggiare. "Tutti hanno spinto a gareggiare anche me, tranne mio padre", ricorda Erin.
"Era convinto che gareggiare sarebbe stato bello e pensava che l'avrei trovato divertente, ma sapeva anche che se mi avesse spinto, non l'avrei fatto".
E noi siamo contenti che non l'abbia fatto, perché non sappiamo dove sarebbe finita Erin.
Sappiamo però dove si trova adesso. Oggi, Erin gareggia come componente di The Farm, l’iniziativa di Cannondale per coltivare i giovani talenti nelle corse nazionali negli Stati Uniti. Finora con la sua Jekyll customizzata ha collezionato vittorie ovunque, dalla Sea Otter a Windrock, e solo due settimane dopo aver ottenuto il suo titolo U19 a Luglio, ha conquistato il 4° posto assoluto nella categoria U21 a Whistler, BC, tappa delle Enduro World Series.
Erin non insegue più il gruppo dal fondo. E’ lei quella che tutti cercano di inseguire. E il futuro è promettente davanti a lei.
L'Enduro World Series continua in questa stagione, ma non senza qualche intoppo per Erin. Una caduta durante un allenamento tra le gare ha prodotto alcuni sintomi simili a una commozione cerebrale. Dopo averne discusso con il padre–, che è anche un dottore e medico non ufficiale per gli atleti di The Farm’, –Erin aveva l’opzione di correre, ma non se la sentiva. Ha preso perciò la difficile decisione di saltare le due tappe successive della stagione EWS, Burke e Sugarloaf.
E’ comunque chiaro a tutti quelli che conoscono la sua storia che Erin Bixler tornerà in bici appena possibile. Qualunque cosa succeda prossimamente, non sarà sicuramente l’ultima volta che sentiremo parlare di lei. La “scimmia” ha colpito.
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Ecco alcune delle biciclette descritte qui sopra.